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Recensendo [cd]: "Nublues" di Joel Ross
Scritto da Adriano Ghirardo   
lunedì 01 aprile 2024
La scoperta di alcuni musicisti è legata a date e ricordi ben precisi. Era il novembre 2018 quando, andando a Nizza ad ascoltare il gruppo del trombettista Marquis Hill, scoprii il talento di Joel Ross, giovane vibrafonista ancora poco noto al pubblico italiano. A distanza di cinque anni e con quattro dischi da leader per Blue Note il suo nome è tra i più indicati come nuova stella del presente e futuro prossimo jazzistico. Con “Nublues” si va sul sicuro: una formazione completata da Immanuel Wilkins al sax alto, Jeremy Corren al pianoforte, Kanoa Mendenhall al basso e Jeremy Dutton alla batteria ed un giusto mélange tra composizioni originali e riletture di classici. Se il disco viene presentato dalla critica come una raccolta di ballads e blues non bisogna pensare ai dischi tematici che, da Coltrane a Tyner, hanno fatto la fortuna della discografia anni 60. Perché, nelle dieci tracce presenti in questa incisione, il blues e la melodia sono presenti come sentimento espressivo lasciando, però, il quintetto libero di esprimersi su strutture armoniche che uniscono modernità e senso della storia afroamericana. Il flauto di Gabrielle Garo interpreta la melodia nel brano “Chant” rappresentando una alternativa al sax di Wilkins che, insieme al leader, la fa da padrone negli spazi solistici. Gli omaggi coltraniani (“Equinox” e “Central Park West”) e monkiani (“Evidence”) e la dedica al padre dell'armonia classica (“Bach (God the father in eternity)”) dimostrano la maturità di un gruppo che prosegue la tradizione aggiungendovi la propria voce.