|
|
Nice Jazz Festival Sessions: Bertault artista cresciuta e ormai completa, Terrasson si conferma |
Scritto da Adriano Ghirardo
|
giovedì 25 novembre 2021 |
NIZZA - Ci sono molti modi di intendere la parola “jazz” nella scena contemporanea. Una delle caratteristiche di maggior pregio della programmazione del Nice Jazz Festival Sessions è quella di provare a mostrarle tutte all’appassionato pubblico della Costa Azzurra. Martedì 16 novembre, nella cornice del Theatre National de Nice, ne abbiamo avuto la conferma grazie al doppio concerto della cantante Camille Bertault e del trio di Jacky Terrasson. La Bertault ha presentato il suo secondo cd solista “Le tigre” testimoniando la crescita, interpretativa e compositiva, rispetto al precedente “Pas de géant” uscito nel 2018. La cantante parigina ha raccontato della sua adolescenza passata proprio a Nizza (compresi gli studi al Conservatorio) e forse l’atmosfera di casa l’ha ispirata permettendole di impressionare favorevolmente con quel mix di jazz, musica brasiliana e canzone francese che costituisce la propria cifra stilistica. Il gruppo formato dai fidi Fady Farah al piano, Christophe Minck al contrabbasso e tastiere e il vulcanico Minino Garay alla batteria e percussioni ha sostenuto ottimamente lo spettacolo di una artista completa che, grazie anche alla passione per teatro e poesia, sa ammaliare il pubblico. Jacky Terrasson non ha bisogno di presentazioni per l’appassionato jazz grazie ad una carriera ormai trentennale e a uno stile che tiene insieme i maestri Ahmad Jamal e Keith Jarrett (omaggiati nei primi due brani del live) con una forte personalità originale. Il disco “53”, caratterizzato da un lavoro di destrutturazione e rilettura del repertorio standard, ha fatto da filo conduttore della serata in cui l’interplay con la sezione ritmica formata da Geraud Portal al contrabbasso e Lukmil Perez ha dimostrato di essere impeccabile. Che sia una “Take five”, trasfigurata tanto da somigliare più a un brano del Miles Davis elettrico che alle atmosfere originarie, o le ottime versioni di “Lover man” e “Caravan” il concerto ha dimostrato quanto il repertorio classico, nelle mani giuste, possa essere lontano da quel senso di déja vu che spinge molti a snobbare questi brani in favore di nuove composizioni. Che nel concerto non mancano (da notare “Palindrome” presente nel succitato album dedicato al 53° compleanno del leader) ma sono minoritarie rispetto alle riletture dei classici. In definitiva due ore e mezza di ottima musica a testimonianza della vitalità della scena francese.
(8 fotografie di Umberto Germinale della Phocus Agency alle pagine 128 e 129 della Galleria immagini)
|
|
|
|