Recensendo [cd]: "Point of no return" di Libertango Quintet |
Scritto da Adriano Ghirardo
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venerd́ 01 ottobre 2021 |
Alcuni progetti musicali hanno già nel proprio nome una chiara dichiarazione di intenti. “Libertango”, oltre all'esplicito omaggio ad Astor Piazzolla, evoca la libertà di viaggiare all'interno di diversi generi superando gli steccati che, spesso, limitano la proposta artistica. Infatti il quintetto, formato da Francesco Calì (fisarmonica), Gino De Vita (chitarra), Marcello Leanza (fiati), Giovanni Arena (basso) e Ruggero Rotolo (batteria), spazia dal jazz al tango, dalle suggestioni mediterranee alle atmosfere latine dimostrando preparazione tecnica e perfetta adesione alle variegate situazioni musicali. Il brano iniziale “Five or four tango” gioca sull'ambiguità ritmica con una costruzione metrica interessante mentre il brano eponimo è una bossa nova in cui si distingue la chitarra dagli echi methenyani di De Vita. In “I'll be there” si aggiunge al combo una sezione archi (TRP Studio Orchestra) che, all'interno di un brano di struggente melodia, aggiunge pathos al risultato finale. Ma sono varie le strade percorse dal quintetto: “Three brothers” rilegge, con l'originalità dovuta alla formazione, la stagione del cool jazz mentre il lato danzante prevale in “Alysia's dance” e la melodia in “Three lights” e “Life and death”. Ma, come scritto nelle note di copertina, il lavoro rispecchia le dinamiche stesse della vita, con l’inevitabile susseguirsi di momenti di gioia ed altri di malinconia o dolore. Speriamo solo che il gruppo siciliano, dopo i dischi del 1999 e 2003 e il raggiungimento della piena maturità, decida di non lasciar passare così tanti anni prima di pubblicare il prossimo lavoro.
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