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Recensendo [cd]: "Uneasy" di Vijay Iyer
Scritto da Adriano Ghirardo   
giovedì 17 giugno 2021
“Uneasy” è un titolo perfetto per definire questo disco e, più in generale, lo stato dell'arte della musica contemporanea improvvisata (definizione prediletta da chi si sente ingabbiato nel classico termine “jazz”). Non si tratta dei problemi legati alla pandemia (il disco è stato registrato nel dicembre 2019) ma, soprattutto, quello annoso del rapporto fra tradizione e modernità e tra espressione artistica e impegno civile. Il pianista Vijay Iyer, talvolta giudicato troppo cerebrale e distante, dimostra un notevole affiatamento con i colleghi (Linda May Han Oh al contrabbasso e Tyshawn Sorey alla batteria) traendo linfa dalla stimolante sezione ritmica e rilascia un convincente capitolo della sua storia musicale. Otto sue composizioni, una rilettura originale di “Night and day” e l'omaggio a una delle pianiste più vicine alla sua sensibilità (“Drummer's song” di Geri Allen) costituiscono l'ossatura del cd. Lo spirito di Tyner affiora qua e là (“Touba” e nell'esecuzione solitaria di “Augury”) non inficiando, però, la personalità stilistica di un pianista tra i più maturi e convincenti della sua generazione. “Children of Flint”, dedicato all'avvelenamento delle acque della cittadina del Michigan già citata da Michael Moore come esempio dell'impoverimento postindustriale statunitense, e “Combat breathing”, omaggio alle vittime della persecuzione razziale poliziesca, testimoniano della sensibilità sociale del trio. Un esempio di jazz contemporaneo che non dimentica i grandi del passato.