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Parma Jazz Frontiere: dal 3 ottobre al 18 novembre la 25a edizione "In Muta Vece, Invoco"
Scritto da Marco Scolesi   
venerd́ 02 ottobre 2020
PARMA - Sarà un’edizione all’insegna del sound made in Italy quella della 25a edizione del festival "Parma Jazz Frontiere" (programma aggiornato e completo al sito www.parmafrontiere.it) e avrà il suggestivo titolo di “In Muta Vece, Invoco”. La struttura scelta dal direttore artistico Roberto Bonati è quella di sempre: un mix calibrato fra grandi ospiti, nuove scoperte e produzioni del festival. A partire dal 3 ottobre, con il concerto di Gianluigi Trovesi, Fulvio Maras e l’Orchestra Salmeggia si avvicenderanno fra la tradizionale Casa della Musica di Parma, il Complesso Monumentale della Pilotta-Teatro Farnese e varie sedi cittadine: la Parma Frontiere Orchestra diretta da Roberto Bonati, Fabrizio Ottaviucci (piano solo), Enrico Pieranunzi (piano solo), lo Stefano Battaglia Trio (con Salvatore Maiore al contrabbasso e Roberto Dani alla batteria), Francesco Fiorenzani alla guida del suo quartetto (con Luca Sguera a pianoforte, Fender Rhodes e synth, Francesco Ponticelli al contrabbasso e Bernardo Guerra alla batteria) nel recente progetto "Silent water", i Pericopes+1 (Emiliano Vernizzi al sassofono, Alessandro Sgobbio al pianoforte e Fender Rhodes, Ruben Bellavia alla batteria). Non mancherà l’appuntamento con "Vesper and silence", il progetto solista di Roberto Bonati. Uno spazio, come sempre, anche al vincitore del Premio Gaslini, quest’anno andato a Federico Calcagno. E poi: l’omaggio alla grande musica dei Cartoons e la tradizionale "Una Stanza per Caterina" con la violinista Anais Drago: appuntamento annuale in musica dedicato al ricordo di Caterina Dallara, imprenditrice e mecenate. Si chiuderà il 18 novembre con l’ormai tradizionale concerto degli allievi del Liceo Bertolucci, quest’anno condotti all’approfondimento della musica da Andrea Grossi con il workshop "Era Ora! Spunti per la musica in divenire". “La scelta di un parterre tutto italiano nasce dal Covid-19, certamente, – spiega il direttore artistico Bonati – ma è stata anche una preziosa opportunità per fare uno sforzo d’osservazione e per farci un quadro dello stato del jazz oggi. Siamo riusciti a tratteggiare un quadro non certo completo, ma che ci sembra possa raccontare l’Italia di oggi. Fra grandi nomi e giovani proposte. Con una predilezione particolare per coloro che non hanno mai rinunciato a proporre nuove strade, a muoversi in un ambito di ricerca, confrontandosi con una pluralità di linguaggi e tradizioni”. Come ogni anno, a fianco dei concerti il festival si arricchisce di una serie di appuntamenti: fra guide all’ascolto e presentazioni di libri. Due le guide all’ascolto, entrambe condotte dal musicista e compositore Luca Perciballi, presso l’Associazione Remo Gaibazzi (ore 18): il 30 ottobre sarà il turno di "Electric Pleasures–Il concetto di elettricità ed elettronica nella musica del 900", mentre il 6 novembre con "25 anni di Parma Frontiere-Una prospettiva ragionata" si avrà occasione di ripercorrere la storia del festival attraverso i suoi protagonisti. Tre le presentazioni di libri, tutte condotte da Alessandro Rigolli: il 24 ottobre (Associazione Remo Gaibazzi, ore 18) Bruno Tommaso presenta "La scuola che sognavo", libro scritto a quattro mani con Alfredo Gasponi. Il 28 ottobre (Lostello-Parco della Cittadella, ore 18) sarà la volta di Vanni Masala con "Io sono Michel Petrucciani". Infine il 4 novembre (Lostello-Parco della Cittadella, ore 18) Claudio Chianura racconterà il suo "Jazz Border-Il jazz in Italia".

Nota: in osservanza al decreto anti Covid-19 del 25 ottobre e, data la situazione emergenziale, sospesi i concerti e le attività del festival dal 26 ottobre