Al Perinaldo Festival Rita Marcotulli che con il suo trio sfugge alla routine |
Scritto da Adriano Ghirardo
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mercoledì 05 agosto 2020 |
PERINALDO - Il Perinaldo Festival, giunto ormai alla quattordicesima edizione, ha saputo costruire ponti tra le varie espressioni musicali conquistandosi la fama di una delle rassegne più interessanti del territorio ligure e confermando nei fatti lo slogan “Terre di confine” che ne denota lo spirito inclusivo. Uno degli eventi clou del programma di quest’anno è stato il concerto del trio formato da Rita Marcotulli, Ares Tavolazzi e Alfredo Golino esibitisi nella piazza San Nicolò il 31 luglio. Tre artisti che non hanno bisogno di presentazioni e che, nonostante carriere decennali costellate da riconoscimenti di critica e di pubblico, mantengono la curiosità e la voglia di esplorare territori nuovi. Un incontro fecondo in cui alle composizioni della Marcotulli, spesso intricate e caratterizzate da ritmiche dispari, si sono alternate libere interpretazioni di standards e di brani di diversa estrazione. La struggente “Nightfall” di Charlie Haden, “Che cosa sono le nuvole”, nata dalla collaborazione tra Modugno e Pasolini, “The peacocks” di Jimmy Rowles, resa immortale dalla versione in duo di Stan Getz e Bill Evans, sono state alcune delle perle della serata (divisa in due set per consentire il distanziamento sociale e la sicurezza anti Covid-19). Un trio che sfugge alla routine che, purtroppo, affligge altri affermati artisti del panorama jazz italiano e dimostra che una miscela di composizioni originali e classici, se interpretati con spirito innovativo, è ancora in grado di emozionare un pubblico preparato ed attento come quello che assiste alla rassegna.
(6 fotografie di Umberto Germinale della Phocus Agency a pagina 126 della Galleria immagini)
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