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Recensendo [cd]: "New thing" di Martino Vercesi
Scritto da Adriano Ghirardo   
martedì 28 gennaio 2020
La retorica del “nuovismo” porta, spesso, ad imboccare due strade pericolose: da una parte produzioni che ben poco hanno a che fare con la storia del jazz, dall’altra troviamo la musica difficilmente digeribile sfornata dai tardi epigoni della “New thing” afroamericana. La musica prodotta dal quartetto del chitarrista milanese Martino Vercesi, invece, si propone come un giusto compromesso fra tradizione ed innovazione sfruttando al meglio le doti di ottimi musicisti quali Rudi Manzoli al sax tenore, Danilo Gallo al contrabbasso e Matteo Rebulla alla batteria. Sei composizioni del leader in cui riaffiorano i riferimenti musicali del gruppo: da “He won’t get far” dall’andatura tristaniana alla finale “Old America” che pare uscita dalla penna di Bill Frisell. Ma non si deve pensare ad una musica derivativa in quanto l’abilità del quartetto sta nel trovare un proprio suono e fraseggio che, pur rispettando la tradizione, la espande verso un modern mainstream assolutamente attuale. E’, probabilmente, la strada più difficile da percorrere per un jazzista dei giorni nostri: essere freschi ed originali pur restando in un ambito “tradizionale”. Ma, come già dimostrato nel precedente “Virgo supercluster”, il risultato positivo testimonia la vitalità della scena indipendente italiana.