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Recensendo [cd]: "Epistrophy" di Bill Frisell-Thomas Morgan
Scritto da Adriano Ghirardo   
giovedì 18 luglio 2019
Bill Frisell resta, a mio parere, uno degli enigmi della scena jazz contemporanea. Infatti, dopo aver creato uno stile compositivo e strumentale assolutamente innovativo negli anni 80, ha cominciato a percorrere una strada di avvicinamento alle radici della musica bianca americana da cui non è più uscito con proposte realmente convincenti. Oggi, fortunatamente, ha trovato nel contrabbassista Thomas Morgan un compagno in grado di seguirlo con empatia e musicalità e questa registrazione del 2016 al Village Vanguard lo testimonia. Se “Small town” del 2017, tratto dalla stessa esibizione live, privilegiava i territori descrittivi prediletti da Frisell in questo disco troviamo rappresentate tutte le anime del chitarrista. Infatti il suo lato jazzistico è maggiormente presente: Monk ("Pannonica" e la title track), Strayhorn ("Lush life"), l'amico e mentore Paul Motian ("Mumbo Jumbo") vengono omaggiati con esibizioni personali e sentite che dimostrano la notevole musicalità del duo. Le delicate esecuzioni di standards più o meno battuti (“In the wee small hour of the morning” e “All in fun”) si alternano con brani tradizionali come “Red river valley”, cavallo di battaglia friselliano già nell'incisione in duo con Gary Peacock del 1994. Ma, al di là della scelta del repertorio, si percepisce l'interplay e la gioia esecutiva di un chitarrista che, tra free jazz, tradizione e nostalgia dell'America che fu ha saputo creare uno stile assolutamente unico.