Recensendo [cd]: "Night windows" di Alberto La Neve |
Scritto da Adriano Ghirardo
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lunedì 17 giugno 2019 |
Il sassofonista cosentino Alberto La Neve è un musicista che ama le sfide difficili. A due anni dall’uscita di “Lidenbrock”, suite in 4 movimenti per sax e voce già recensita sulla nostra testata, produce, sempre per l’etichetta indipendente Manitù Records, questo disco solitario ispirato ai dipinti di Edward Hopper proseguendo un rapporto tra musica e altre arti dopo l’omaggio a Verne del disco precedente. E’ una musica descrittiva in cui il sax soprano e tenore, colti nella loro sonorità naturale o “processati” e moltiplicati grazie ad un uso oculato del loop, disegnano traiettorie provenienti dal jazz ma che da quella tradizione si allontanano in favore di una musica onnicomprensiva e di difficile catalogazione. Solo in una traccia ("Room in Brooklyn") torna la voce di Fabiana Dota, compagna di viaggio nel succitato album in duo, ad arricchire timbricamente la scarna strumentazione scelta da La Neve. L’alternanza tra pagine intimistiche e momenti più danzanti ricorda, a tratti, alcune incisioni di John Surman, caposcuola delle esibizioni sassofonistiche solitarie. Pur restando lontano dai territori della sperimentazione più radicale in favore di una ricerca melodica non è musica per tutti. Ma, per chi farà lo sforzo di andare oltre gli stereotipi del jazz tradizionale, è un viaggio che mette a nudo la sensibilità di La Neve e, chissà, una occasione per riscoprire l’opera pittorica del noto esponente del realismo statunitense.
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