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Recensendo [cd]: "Contrast" di Josh Lawrence |
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Scritto da Adriano Ghirardo
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marted́ 29 maggio 2018 |
Se non avete avuto occasione di ascoltare il trentacinquenne trombettista del New Jersey segnatevi il nome perché non tarderà ad ottenere il riconoscimento che merita. Nel secondo disco per Posi-Tone Records Josh Lawrence ripropone il progetto Color Theory con cui aveva ottenuto il plauso della critica più attenta. Il suo gruppo è formato da alcuni dei talenti più interessanti del modern mainstream: Caleb Curtis al sax contralto, David Gibson al trombone, Zaccai Curtis e Orrin Evans (nelle ultime due tracce) al piano, Luques Curtis al contrabbasso e Anwar Marshall alla batteria. Il cd si apre con la postboppistica “Circles on black”, mentre “Dominant curve” è un esplicito omaggio all'Ornette Coleman periodo Atlantic con la mistura tra fraseggio libero e temi memori di Charlie Parker. “Accompanied contrast” è una dolce ballad che non sfigurerebbe nella classica produzione Blue Note e “In the black square” ricorda il grande Woody Shaw. Ma, a differenza di altri musicisti odierni, Lawrence ha la capacità di entrare nel mood classico senza far respirare la stantia aria del “deja vu”. Questo perché le sue composizioni e gli interventi solistici dell'intero ensemble non sono frutto di calligrafica imitazione dei maestri ma di sincera adesione ad un jazz più comunicativo e vicino al pubblico. Nelle parole di Lawrence il disco è un omaggio alla teoria dei colori di Kandinsky e alla lotta per una società più giusta negli anni di Trump. E anche la chiusura, in duo con Evans, con la toccante “Sometimes it snows in april” di Prince testimonia l'apertura mentale di un musicista che vive la contemporaneità senza scordare la gloriosa storia che ci ha portati al presente. Un pochino la traiettoria che il suo sodale Orrin Evans porta avanti con successo da tempo.
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