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Recensendo [cd]: "Moving picture" di Tom Harrell
Scritto da Adriano Ghirardo   
mercoledì 25 ottobre 2017
La qualità delle incisioni di Tom Harrell è una delle poche certezze della scena jazz contemporanea. Quarant'anni di carriera solista (quasi 50 dal debutto con Stan Kenton nel 1969) non hanno scalfito la lucidità compositiva ed improvvisativa del trombettista dell’Illinois. Dopo la gloriosa stagione del quintetto, la parentesi classicheggiante ("First impressions"), il quartetto con Mark Turner recentemente visto dal vivo in Italia e l’incontro con la nuova stella della tromba Ambrose Akinmusire, spunta dal cilindro di Harrell un nuovo quartetto completato dai fidi Danny Grissett, Ugonna Okegwo ed Adam Cruz. Le ultime incisioni ci raccontano di un musicista sempre più votato al minimalismo nei temi, spesso costituiti da semplici cellule melodiche ripetute su armonie variabili, abbinato, in questo caso, ad un maggiore spazio solistico favorito dall’assenza di altri fiati. Le atmosfere sono prevalentemente rilassate, con ritmiche spesso latineggianti (la bossa di “Apple house”, “Happy ring” e “Sea”) ma non mancano situazioni più movimentate come la title track il cui tema, grazie alle sovraincisioni, simula la presenza di una sezione fiati ed il groove di “Gee, A. Bee”. Il dono melodico di Harrell è quello di rendere semplici anche strutture armoniche più complesse (“Time passage” ad esempio) su cui Tom si destreggia con quel fraseggio a metà strada tra Chet Baker ed i boppers più tecnici. La sezione ritmica accompagna da par suo ritagliandosi, con discrezione, spazi solistici in quello che si candida ad essere uno dei migliori dischi dell’anno.