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Recensendo [cd]: "Olio di cacao" di Tamanduā
Scritto da Adriano Ghirardo   
sabato 05 settembre 2015
Il connubio fra musica brasiliana e vocalità rimanda, spesso, a banali riletture da cartolina. Tamanduà, invece, è un accurato progetto attivo dal 2005 su impulso del chitarrista ed arrangiatore Pino Arborea. L'idea di abbinare alla chitarra classica un trio vocale femminile di ottimo livello rappresenta la chiave di originalità del gruppo. Anna Maria Giglitto, Elena Guarducci e Maria Palmerini interpretano, a voce singola o in piacevoli ensembles armonizzati, classici del Brasile e brani nostrani vicini allo spirito carioca. Quindi, nelle dieci tracce che compongono questo lavoro, ritroviamo tra gli altri Jobim ("Inutil paisagem" e "Aguas de marco"), Chico Buarque, Ivan Lins ed Edu Lobo insieme a Trovajoli ("Roma nun fa' la stupida stasera") e Morricone ("Metti una sera a cena"). Ad arricchire la tavolozza sonora, in alcuni brani, basso elettrico, percussioni varie ed un paio di interventi di sax e flauto sempre misurati e funzionali all'atmosfera dialogante del disco. La forza del gruppo sta nel notevole lavoro di riscrittura armonico-melodica che rende interessante anche l'esecuzione dei brani più noti. Alla seconda prova discografica, dopo l'esordio con “Alquimia”, Tamanduà getta un ponte non solo fra Italia e Brasile ma pure tra armonie raffinate e canto melodico, tra bossa e pop sofisticato. Dimostrando che non c'è bisogno di essere seriosi per produrre musica di qualità. E la scelta del piccolo formichiere sudamericano come nome del gruppo è già segno di un gradito understatement musicale.