Recensendo [cd]: "Angelica" di Francesco Cafiso |
Scritto da Adriano Ghirardo
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lunedì 05 luglio 2010 |
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando un ragazzino siciliano, imbracciando un sax contralto, stupì critici e musicisti col suo fraseggio di chiara impostazione bop creando intorno a sé fama e riconoscimenti superiori al livello musicale da lui prodotto. In questi anni si è sempre cercato di cogliere nella sua produzione discografica il segno di una maturazione che lo staccasse dalla figura di enfant prodige che gli è stata appiccicata: forse l’incisione a New York di “Angelica” rappresenta uno dei primi risultati in tal senso. Affiancato da una ritmica moderna formata da Aaron Parks al pianoforte, Ben Street al contrabbasso ed Adam Cruz alla batteria il ventenne Francesco Cafiso esplora in maniera più libera un repertorio che comprende composizioni originali e standards soprattutto ellingtoniani. Il solismo, in questi ultimi due anni, si è staccato dall’ingombrante influenza parkeriana per inglobare sonorità più legate ad esperienze anni '60 (Jackie Mc Lean, Ornette Coleman) pur restando in un ambito tonale. E' evidente che una ritmica “aperta” come quella fornita dai tre statunitensi rende maggiormente intenso l’interplay col nuovo stile di Cafiso che prende pause e gioca molto su cellule melodiche spostate ritmicamente ed armonicamente. Ne risulta una incisione che, seppur non completamente riuscita, segna un deciso passo avanti nella definizione di uno stile personale essendo più fresca rispetto alle proposte dell’Island Blue Quartet che rimane maggiormente ancorato ad una visione mainstream.
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