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Recensioni
Recensendo [cd]: "Lennie's pennies" di Rosario Giuliani
Scritto da Adriano Ghirardo   
venerd́ 06 agosto 2010
A tre anni dall’hard bop di “Anything else” Rosario Giuliani aggiunge un altro tassello alla sua collaborazione con la francese Dreyfus Jazz con l’uscita di “Lennie’s pennies”. Il titolo del cd farebbe pensare ad un omaggio al mondo di Lennie Tristano ma il sassofonista romano, pur dimostrando di avere assimilato la poetica konitziana soprattutto nella title track e in “How deep is the ocean”, mantiene la sua caratteristica foga improvvisativa così lontana dal regale distacco del maestro statunitense. Il programma, affrontato con la collaborazione di Pierre De Bethmann al pianoforte ed al Fender Rhodes, Darryl Hall al contrabbasso e Joe La Barbera alla batteria, si fa apprezzare per la varietà di situazioni musicali: dalle carezzevoli ballad (“Love letters” e “Picchi” in particolare), in cui mostra il suo lato romantico, alla rilettura di brani di Jimmy Rowles (“The peacocks”) e Joe Zawinul (“74 miles away”), sino al congeniale linguaggio neobop delle proprie composizioni. La voce di Giuliani dimostra un’acquisita maturità che gli consente di guidare con sicurezza e buon drive un quartetto affiatato. Non si può gridare al miracolo per l’assenza di un lato compositivo rilevante e per una carenza di ricerca di contemporaneità ma se tutta la produzione mainstream fosse di questo livello non ci sarebbe certamente di che lamentarsi.
 
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