Recensendo [cd]: "Turnaround: the music of Ornette Coleman" di Dave Liebman |
Scritto da Adriano Ghirardo
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domenica 05 settembre 2010 |
Ornette Coleman è giunto sulla scena musicale alla fine degli anni '50 abbattendosi come un tornado su un movimento jazzistico che si divideva sulla strada da percorrere: da una parte i seguaci di Parker che spingevano per un ritorno alla tradizione nera e dall’altra i tristaniani alla ricerca di un jazz con meno swing e più cerebrale. Da quel giorno il jazz non è più stato lo stesso in quanto la destrutturazione della forma portata avanti dal sassofonista di Fort Worth ha influenzato la percezione musicali di moltissimi musicisti anche contemporanei. E' questo il caso del sessantaquattrenne Dave Liebman che, a capo di un quartetto completato da Vic Juris alla chitarra, Tony Marino al basso acustico ed elettrico e Marko Marcinko alla batteria esplora il repertorio del maestro con rispetto ed autonomia musicale. L’originalità colemaniana ha spesso tenuto i musicisti lontani dal reinterpretarne i brani e oggi Liebman, alternandosi tra sax soprano, tenore e flauto, dimostra di saperne cogliere lo spirito mantenendo intatta la propria individualità. L’uso della chitarra (strumento raramente usato da Coleman se non a fini rumoristici nel periodo elettrico) non finisce per vincolare armonicamente il risultato in quanto Juris è più una seconda voce solistica e nei controcanti che un accompagnatore in senso classico. E' da apprezzare l’uso degli effetti nella rivisitazione della classica “Lonely woman” in cui crea un tappeto quasi onirico per le evoluzioni flautistiche del leader. I brani scelti provengono quasi esclusivamente dal periodo Atlantic e per apprezzare meglio il lavoro di riscrittura di questi brani rimandiamo all’ascolto del cofanetto “Beauty is a rare thing” capolavoro assoluto della storia del jazz a cui questo seppur ottimo disco fatica ad avvicinarsi.
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