Recensendo [cd]; "Belonging" di Branford Marsalis |
Scritto da Adriano Ghirardo
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lunedì 02 giugno 2025 |
L'omaggio a personaggi storici fa parte, sempre più, della produzione discografica jazzistica contemporanea. Ma il fatto di riproporre interamente un disco non è così frequente seppure Branford Marsalis, nel 2004, lo fece con l'incisione live di “A love supreme” al Bimhuis di Amsterdam. Oggi, per il suo debutto su Blue Note e a sei anni dal disco precedente, il sassofonista riprende il filo del suo progetto (completato da Joey Calderazzo, Eric Revis e Justin Faulkner) rileggendo le pagine jarrettiane di mezzo secolo fa. Non si tratta, però, di una operazione nostalgicamente calligrafica come sarebbe successo se le composizioni originarie fossero cadute in mano di musicisti con minore personalità. Negli anni 70, dividendosi tra quartetto americano (con Dewey Redman, Charlie Haden e Paul Motian) ed europeo (con Garbarek, Danielsson e Christensen come in questo caso), Jarrett ha prodotto perle che hanno segnato nuovi territori del jazz moderno. Che un quartetto della levatura di quello di Branford senta la necessità di reinterpretare quei dischi dimostra il valore di quelle incisioni e, probabilmente, una scarsità di progetti di ugual valore nei nostri giorni.
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