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Recensioni
Recensendo [cd]: "Borrowed roses" di Gonzalo Rubalcaba
Scritto da Adriano Ghirardo   
lunedì 13 novembre 2023
Era il 1986 quando un giovane pianista cubano veniva notato da Charlie Haden e, successivamente, lanciato sulla scena del jazz internazionale. Da quel momento è stato un susseguirsi di collaborazioni di spicco (Ron Carter, Jack De Johnette, Herbie Hancock tra gli altri) e conquiste di Grammy Awards (tra cui quello per il precedente disco “Skyline”). Oggi, all'età di 60 anni, Rubalcaba si abbandona ad una intensa seduta solitaria prendendo a prestito le rose del titolo e, cioè, dodici composizioni immortali sulle quali apporre il marchio interpretativo che lo ha reso famoso. Tra i brani scelti spicca la componente ellingtoniana, apparentemente lontana dalla sua prorompente tecnica, (“Chelsea bridge”, “In a sentimental mood” e “Lush life”), l'omaggio ai colleghi di strumento (“Windows” di Corea, “Very early” di Evans) e la rilettura dei classici novecenteschi (“Sumertime”, “Night and day”, “Take five” eccetera). Ad aprire ulteriormente l'orizzonte di questa rilassata incisione casalinga l'omaggio a Beatles e Sting con “Here, there and everywhere” e “Shape of my heart”. Un disco della maturità che, lontano dalle sue origini etniche e dal virtuosismo talvolta debordante, ne conferma la profondità esecutiva. A tratti sembra di tornare con la memoria all'analogo “The melody at night, with you” che segnò il ritorno sulle scene di Keith Jarrett.
 
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