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L'editoriale [numero 15]: "Toni Morrison tra letteratura e musica afro-americana con Jazz e Beloved"
Scritto da Marco Scolesi   
martedì 30 giugno 2015
Molte volte la grande letteratura ha abbracciato il jazz. Non mi riferisco solo a testi di grammatica musicale o dedicati alla storia del genere afro-americano (da questo punto di vista i riferimenti rimangono sempre Arrigo Polillo e più recentemente Stefano Zenni). Qui penso soprattutto a quelli che al jazz si sono ispirati, per atmosfere o sensazioni. Il jazz, infatti, è uno stile, un modo di vivere e pensare. L'età del jazz, più frequentemente nominata nella forma inglese Jazz Age, è il periodo 1918-1928, dagli anni successivi alla fine della Prima Guerra Mondiale, caratterizzati dai ruggenti anni Venti, all'avvento della Grande Depressione. L'età prende il nome dal noto genere musicale jazz che in quegli anni ha visto un enorme incremento di popolarità in molti strati della società. La tendenza principale di quel periodo è quella di protendere verso il progresso e la modernità. Si noti nell'arte il Futurismo. Uno degli autori più rappresentativi di questa età fu lo scrittore statunitense Francis Scott Fitzgerald con il suo libro "Il grande Gatsby" (1925), in cui espose ed esaminò i problemi della sua generazione, con il suo vittimismo e la sua tragicità. Lo stesso autore scrisse anche undici piccoli racconti sull'età del jazz ("I racconti dell'età del jazz") del 1922. Un altro autore rappresentativo fu Thomas Wolfe con i libri "Il fiume e il tempo" (1935) e "Non puoi tornare a casa" (1940). Tra i più recenti, anche se l'elenco sarebbe lungo, è giusto menzionare almeno "Natura morta con custodia di sax" dell'inglese Geoff Dyer, "Un amore supremo" dell'italiano Luca Ragagnin o "Giants of jazz" dell'americano Studs Terkel. Il jazz, inoltre, è sempre stato seguito da diversi scrittori, poeti e artisti. Thelonious Monk fu molto amato da scrittori come Ralph Ellison e Langston Hughes, ed ebbe una influenza decisiva su Le Roi Jones e su vari artisti visivi, che lo assunsero come equivalente musicale dell'espressionismo astratto. Il legame vale anche per i musicisti: Charlie Parker, solo per citarne uno, leggeva Charles Baudelaire. Jack Kerouac e i poeti della Beat Generation ascoltavano il Be Bop ma anche l'orchestra di Count Basie. Per quanto riguarda l'Italia vi rimando al volume "La scrittura sincopata-Jazz e letteratura nel Novecento italiano" di Giorgio Rimondi. In questa sede, però, parlerò della scrittrice Toni Morrison, Premio Nobel per la letteratura nel 1993. E' nata a Lorain, nell'Ohio, e vive tra Rockland County, nello stato di New York, e Princeton nel New Jersey, dove insegna all'università. È autrice di romanzi che sono ormai pietre miliari della letteratura americana, tutti pubblicati in Italia da Frassinelli: "L'occhio più azzurro", "Sula", "Jazz", "L'isola delle illusioni", "Canto di Salomone" (che nel 1978 ha ottenuto il National Book Critics Circle Award), "Amatissima", vincitore del Premio Pulitzer nel 1988, "Paradiso", "Amore", "Il dono" e, con Slade Morrison, la fiaba "Chi ha più coraggio? La formica o la cicala?". Nel 2012 il presidente degli Stati Uniti Barack Obama le ha consegnato la Medal of Freedom. Insieme ad Alice Walker, autrice tra gli altri de "Il colore viola", la Morrison è considerata tra i massimi rappresentanti della narrativa afro-americana degli ultimi cinquant'anni. Vicina al Partito Democratico, la scrittrice si è schierata con Barack Obama in vista delle elezioni presidenziali statunitensi del 2008. Per tutto il mese di giugno Alta Voce, trasmissione di Radio 3, ha proposto le letture di Maria Paiato del romanzo "Amatissima" ("Beloved"), intervallate da brani jazz. Il romanzo, che venne pubblicato nel 1987, prende lo spunto da un fatto di cronaca realmente accaduto e riportato in un articolo pubblicato nel 1855 che la scrittrice trovò nel periodo in cui stava curando l'antologia intitolata "The Black Book", dove sono raccolti i documenti di trecento anni di storia afro-americana e che testimonia, attraverso atti di vendita, fotografie, ritagli di giornale, poesie e canti, le condizioni della comunità afro-americana e la loro cultura. L'articolo riporta la notizia che una schiava, Margaret Garner, era fuggita dal Kentucky e quando si rende conto che sta per essere ricatturata uccide la figlia perché non passi attraverso gli orrori della schiavitù. "Amatissima" è dedicato agli oltre sessanta milioni di schiavi morti durante il Middle Passage, la traversata dell'Atlantico compiuta dalle navi negriere. Il libro segue la storia di Sethe e della figlia Denver che cercano di ricostruire la loro vita dopo essere fuggite dalla schiavitù. La casa dove abitano, al 124 di Bluestone Road, è infestata dagli spiriti. Ne compare con allarmante regolarità uno, che si rivelerà come il fantasma della figlia assassinata di Sethe. Per questo, la figlia minore, Denver, non ha amici ed è estremamente timida. I figli maschi di Sethe, Howard e Buglar, scappano da casa a tredici anni per sfuggire al tormento del fantasma. Del 1992, invece, è il romanzo "Jazz". Harlem, 1926: un venditore nero cinquantenne uccide la giovane amante di diciotto anni. Al funerale, la moglie dell'uomo cerca di sfigurare la salma. Questa, in sintesi, la trama del romanzo, il cui valore va però ben oltre l'intreccio: esso è soprattutto un grandioso affresco dell'America di colore tra il 1880 e la vigilia della Grande Depressione, dove il jazz, la musica nera per eccellenza, rappresenta il principio unificante tematico, strutturale e stilistico della narrazione. Come scrive nella postfazione Franca Cavagnoli, che ha tradotto e curato l'opera, "Jazz è un romanzo corale su un amore violentemente passionale, sul bisogno di amore, sull'amore per la città e la sua gente, sull'amore per il jazz, la forma espressiva più alta a cui gli afro-americani hanno saputo dare vita e da cui Toni Morrison da sempre trae ispirazione".

 
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