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L'editoriale [numero 46]: "Umbria Jazz torna a Terni per l'edizione 1 della versione Spring"
Scritto da Marco Scolesi   
giovedì 26 aprile 2018
Umbria Jazz è il festival più noto nel panorama delle rassegne italiane del genere. E' certamente quello più prestigioso, anche se non sempre primeggia per rigore jazzistico, come invece avviene in altri luoghi o città, dove con meno mezzi si organizzano eventi di livello altissimo (pensiamo a Cormons, Udine, Novara, Bergamo o alla Sardegna). Umbria Jazz, però, seppur con tutte le sue aperture "commerciali", soprattutto nella rassegna di luglio, resta un punto di riferimento per chi segue o ama il jazz, sia nella versione classica, cioè "Summer" di Perugia, che in quella "Winter", che va in scena ad Orvieto per il Capodanno. Quest'anno, inoltre, c'è una bella novità, che segnaliamo con piacere. A Terni (ed è un ritorno), dopo l'edizione 0 dell'anno scorso, nasce la versione "Spring" del festival (edizione 1). Non si tratta di un evento isolato ma di festival vero e proprio, dal 27 aprile all'1 maggio, nel periodo subito dopo Pasqua e con una sua identità precisa (si intreccia con il Cantamaggio ternano, manifestazione popolare di antica tradizione), legata sia al periodo in cui si svolge che alla città. Come è nella natura e nella storia di Umbria Jazz, gli organizzatori intendono coniugare due aspetti: proporre buona musica e far crescere la conoscenza del jazz, da un lato, promuovere il territorio con il turismo sostenibile, dall'altro. Questo, in un momento difficile per l'Umbria, colpita dal terremoto e penalizzata da una informazione non sempre accurata che ha avuto effetti negativi anche per aree che dal sisma non sono state toccate. Umbria Jazz ha messo quindi a disposizione la sua credibilità per dare una mano al territorio. L'idea è di presentare l'Umbria come una regione che conserva, anzi rafforza, la sua tradizionale immagine culturale con i grandi eventi. Umbria Jazz Spring di Terni va in questa direzione. Da sottolineare anche che il 30 aprile è, per iniziativa dell'Unesco, l'International Jazz Day, la giornata dedicata in tutto il mondo al jazz come espressione culturale planetaria e linguaggio universale capace di fare incontrare persone diverse tra loro per storia, cultura, lingua, religione. Umbria Jazz Spring la celebra con un ricco programma il cui clou sarà lo spettacolo del jazz in uno degli scenari naturali più suggestivi dell'Umbria e dell'Italia, le Cascate delle Marmore. La cascata è del resto una parte integrante e peculiare del programma, la cui formula ricalca quella, consolidata e sperimentata da anni, di offrire musica tutto il giorno senza soluzione di continuità e di ambientare i concerti negli spazi più significativi della città. La maggior parte degli artisti inoltre sono residenti e si possono ascoltare più volte, anche in contesti diversi. È importante evidenziare che anche a Terni, come nelle più recenti produzioni estive e invernali, Umbria Jazz ha in cartellone due formazioni umbre, l'Orchestra da Camera di Perugia e l'Umbria Jazz Orchestra, entrambe espressioni di una vivacità musicale del territorio da accompagnare nella crescita e da valorizzare con opportunità professionali di elevatissimo livello. Umbria Jazz Spring con questa prima edizione si pone ormai come un pezzo rilevante del complesso "sistema Umbria Jazz", all'interno del quale assume un ruolo ed uno spazio precisi e con una forte identità. Vediamo le giornate e il programma, con trentadue eventi, tra gratuiti e a pagamento, e tredici band con circa cento artisti sulla scena. Umbria Jazz Spring offre al suo pubblico un cartellone eterogeneo e di qualità, a partire da due produzioni originali. La prima è frutto di una sinergia tra Umbria Jazz e gli Amici della Musica di Perugia, si intitola "Two Islands" ed è una nuova collaborazione tra Paolo Fresu e l'Orchestra da Camera di Perugia, che l'anno scorso realizzarono, con Daniele Di Bonaventura, la rilettura del Laudario di Cortona. Quest'anno in "Two Islands" con Fresu ci sarà Giovanni Sollima, compositore e violoncellista. Il secondo è un progetto che Umbria Jazz ha affidato a Gil Goldstein, storico braccio destro di Gil Evans, nella cui orchestra militò per molti anni. Orchestratore e arrangiatore di talento, Goldstein ha messo a punto una versione jazz delle canzoni dei Beatles, che realizzerà con la Umbria Jazz Orchestra. Saranno ospiti speciali dell'orchestra Jay Anderson al contrabbasso, Lewis Nash alla batteria e Steve Wilson ai sassofoni. Tra i concerti da segnalare "Duologue" di Steve Wilson e Lewis Nash, Cory Henry degli Snarky Puppy con The Funky Apostles, Kenny Barron e Dado Moroni (due pianoforti), Maria Pia De Vito con Julian Oliver Mazzariello e Enzo Pietropaoli, Fabrizio Bosso in quartetto, Huntertones e Funk Off. A Paolo Fresu Umbria Jazz Spring dedica uno spazio speciale. Il trombettista sardo, oltre a "Two Islands", sarà presente in duo con Daniele Di Bonaventura e con il Devil Quartet. Non sarebbe Umbria Jazz senza uno spazio per la musica brasiliana. A Umbria Jazz Spring arriva un "touch of Brazil" con il duo Yamandu Costa (chitarra a sette corde) e Guto Wirtti ("baixolao", chitarra- basso). Infine Claudio Jr De Rosa, che rappresenta a pieno titolo le nuove leve del jazz italiano, anche se sarebbe riduttivo definirlo un emergente. Il giovane (classe 1992) sassofonista e polistrumentista, suonerà con il suo quartetto. E se il "sistema Umbria Jazz" si estende, nonostante le concessioni "commerciali", vale la pena seguirlo. La scelta migliore per celebrare il ponte del primo maggio.
 
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