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L'editoriale [numero 56]: "Il 2020 è l'anno di Charlie Bird Parker e Ludwig Van Beethoven"
Scritto da Marco Scolesi   
sabato 29 febbraio 2020
Per gli appassionati di musica, e quindi anche per noi del Mellophonium.it, il 2020 è l'anno del centenario della nascita di Charlie "Bird" Parker, padre del Be Bop nato a Kansas City nel 1920, e del 250° anniversario della nascita di Ludwig Van Beethoven. Due colossi, uno del jazz l'altro della sinfonica e dell'opera. Charles "Charlie" Parker Jr (Kansas City, 29 agosto 1920-New York, 12 marzo 1955) è stato un sassofonista e compositore statunitense di musica jazz, ricordato per essere stato uno dei padri fondatori del movimento musicale chiamato Be Bop, oltre che per la sua padronanza della tecnica sassofonistica. Parker debutta a Kansas City nel 1937 con le orchestre di Lawrence Keyes, Harlan Leonard e Jay Mc Shann, ed è con quest'ultima che arriva sulla scena di New York, nel 1941. A quell'epoca aveva già incominciato a sviluppare un suo personalissimo stile che partendo da radici swing e blues apporta alla musica afro-americana un originale sviluppo improvvisativo caratterizzato da ardite sostituzioni armoniche e da una maggiore attenzione per il ritmo. Questo stile influenzerà molti musicisti dell'epoca diventando un vero e proprio linguaggio che verrà in seguito chiamato Be Bop. Nel 1947 Parker si stabilisce definitivamente a New York, e inizia a collaborare con i maggiori musicisti presenti sulla scena, in particolare con il suo alter ego trombettistico Dizzy Gillespie. La fama di Charlie Parker esplode nel 1945 proprio nei gruppi in cui milita assieme a Gillespie: le incisioni di "Billie's bounce", "Ko Ko", "Now's the time", "Ornithology" (per citare solo qualcuna tra le più famose) rappresentano una vera e propria rivoluzione nel mondo musicale afro-americano, segnando per sempre la storia del jazz. In particolare "Ko Ko" viene generalmente considerata essere la prima registrazione di un brano in stile Be Bop mai effettuata, oltre che il manifesto musicale del nascente genere. Charlie Parker, ormai diventato "Bird", raccontò di avere accidentalmente "creato" il Be Bop mentre improvvisava suonando "Cherokee", un brano di Ray Noble. Lo suonò così tante volte che alla fine ne aveva la nausea, ma si accorse che impiegando come linea melodica gli intervalli più alti degli accordi e mettendovi sotto armonie nuove, simili, stava suonando qualcosa di "nuovo", una sorta di ritmo musicale insolito che aveva dentro di sé. "Ko Ko" possiede un'introduzione parzialmente improvvisata e la struttura di base degli accordi basata su quella di "Cherokee". Parker era tossicodipendente dall'eroina fin dall'adolescenza, e ciò gli causò svariati problemi anche nella professione: spesso mancava di presentarsi ai concerti o veniva licenziato perché si presentava strafatto. Per soddisfare la sua dipendenza, frequentava gli spacciatori di strada (ad uno dei quali dedicò anche una sua celebre canzone, "Moose the Mooche"), riceveva prestiti e donazioni da colleghi e ammiratori, impegnò il proprio sassofono varie volte, e arrivò persino a mendicare per strada quando si trovava a corto di denaro e senza una scrittura. Nel 1947 fu internato nel reparto psichiatrico della casa di cura "Camarillo State Mental Hospital", a un centinaio di chilometri da Los Angeles, dove restò ricoverato per sei mesi, esperienza che ispirò a "Bird" il celebre brano "Relaxin' at Camarillo". Uscito dal manicomio, inizialmente Parker restò sobrio e "pulito", e incise alcune delle sue migliori registrazioni. Quando però lasciò la California per tornare a New York, ricominciò, continuando comunque a registrare dozzine di brani per le etichette discografiche Savoy e Dial, tra le sue cose migliori. Molte di queste incisioni furono eseguite dal cosiddetto "quintetto classico" che comprendeva anche Miles Davis e Max Roach. L'eroina e i molti altri eccessi che avevano segnato tutta la sua vita lo uccisero mentre guardava la televisione ospite della nobildonna e mecenate del jazz Pannonica de Koenigswarter. Il coroner (medico legale) che esaminò la salma, il dottor Robert Freymann, non fu in grado di stabilire le cause della morte e stimò a 53 anni l'età di Charlie Parker. Ne aveva solo trentaquattro. La diagnosi ufficiale alla fine fu polmonite. Da segnalare il film "Bird" che Clint Eastwood ha dedicato a Charlie Parker.
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