NIZZA - Come può l'Italia sottovalutare un pianista come Giovanni Mirabassi? O comunque valorizzarlo poco, menzionando sempre i pur bravi Stefano Bollani e Danilo Rea, tanto per citarne due più o meno della stessa generazione di Mirabassi. E' la domanda che salta alla mente dopo aver assistito all'ottimo live del trio di Giovanni Mirabassi alla Salle Stephane Grappelli di Cedac de Cimiez a Nizza. Dopo i cd "Terra furiosa" e "Out of track" e tanti concerti in giro per il mondo (a breve il trio partirà per il Giappone, ma non suonerà in Italia) l'amalgama del trio è ormai totale. Il trio, come si è visto a Nizza, riesce con un ottimo interplay a bilanciare gli assoli, regalando temi fluidi e puliti, anche se alcune volte rischia di sfiorare l'esercizio di stile (più su cd che dal vivo). Mirabassi, che sa unire tecnica e gusto per la melodia, ha lasciato molto spazio ai suoi musicisti. In particolare nella serata nizzarda ha sorpreso la varietà del drumming di Leon Parker, ispirato e particolarmente apprezzato dal pubblico. Ottimo anche Renzi, che si conferma come uno dei più interessanti contrabbassisti italiani. I presenti, inoltre, hanno potuto ascoltare in anteprima molte composizioni inedite: c'è da sperare quindi che a breve arriverà un nuovo lavoro. Lo standard "Autumn leaves", come bis richiestissimo dal pubblico, ha chiuso l'intenso concerto. L'esperienza live di questo trio ha confermato l'assoluto valore di Mirabassi, che va sicuramente inserito nell'elenco dei migliori pianisti attualmente in circolazione. I critici della vicina Francia, dove peraltro Mirabassi vive, lo hanno già fatto da tempo.

(5 fotografie di Umberto Germinale alle pagine 18 e 19 della Galleria immagini)