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Recensendo [cd]: "Four" di Bill Frisell
Scritto da Adriano Ghirardo   
lunedì 19 dicembre 2022
I musicisti sensibili sono in grado di sfruttare le difficoltà della vita sublimandole in emozioni da inserire nelle proprie composizioni. Frisell, durante l'isolamento dovuto al Covid-19, ha riflettuto sulla condizione umana scrivendo brani in parte dedicati ad amici e collaboratori scomparsi per cause legate alla pandemia e segnatamente il collaboratore di lunga data Ron Miles, il produttore Hal Willner e gli amici Alan Woodard e Claude Utley. Ne deriva, ovviamente, un disco dalle atmosfere pacate e nostalgiche anche se non mancano alcuni episodi più ritmati quali “Holiday” dal tema vagamente monkiano. La formazione scelta dal chitarrista di Baltimora risulta ideale nel trasporre le proprie idee: Gregory Tardy, Gerald Clayton e Johnathan Blake infatti aderiscono con convinzione al progetto trasformando i temi iniziali in improvvisazioni melodiche collettive. Alle nuove composizioni si aggiungono riletture di brani del passato: “Lookout for hope”, che diede il titolo al suo disco del 1988, e tre pezzi tratti da “Good dog, happy man” (la title track, “The pioneers” e “Monroe”). Echi di Copland e Ives, il blues canonico o trasfigurato dalle dissonanze friselliane, il mimimalismo e il folk convivono perfettamente in questo che sembra uno dei lavori più riusciti della seconda giovinezza di un musicista che ha segnato decenni di jazz contemporaneo.