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Recensendo [cd]: "A tu per tu" di Lucia Filaci
Scritto da Adriano Ghirardo   
martedì 01 novembre 2022
L'esordio discografico come solista della cantante romana di origine napoletana apporta nuova linfa alla scena vocale italiana. Perché non si tratta solamente di una buona interprete della tradizione in grado di tenere insieme la sua estrazione classica e la conoscenza del fraseggio jazz ma di una artista dotata di una facilità di scrittura degna degli anni 60, età dell'oro in cui la musica afroamericana innervava la forma canzone ed era parte integrante della cultura popolare del nostro paese. “In my swing mood”, omaggio a tanti maestri del jazz, apre questo interessante disco in cui non manca nessun ingrediente: dal Brasile (“Sembra un samba”) alle suadenti ballate (“Noi siamo il jazz”) al blues (“Indecisione blues”) fino alla Cuba di “Estate sei mia” senza mai perdere l'ironia nei testi e in alcuni titoli come “Friariello swing”. Fra gli standards scelti, oltre alle notissime “Bye bye Blackbird” e “Donna Lee”, è da notare la pagina ellingtoniana “Serenade to Sweden” in cui la Filaci prova a far convivere la sua esperienza di soprano classico con una composizione tra le meno battute del genio di Washington. A testimonianza dell'amore per la canzone si può apprezzare l'omaggio a Luis Bacalov con “Che mi importa del mondo” in una versione più raffinata e jazzistica rispetto alla famosa interpretazione di Rita Pavone degli anni 60 e, probabilmente, ispirata alla più recente versione di Mina. Una sezione ritmica di gran classe formata da Andrea Beneventano al pianoforte, Dario Rosciglione al contrabbasso e lo storico batterista Gegé Munari sarebbe già testimonianza del valore della Filaci ma, tra i numerosi ospiti che arricchiscono la tavolozza sonora del disco, vanno annoverati Stefano Di Battista e l'emergente Vittorio Cuculo, due sicure voci del sassofono moderno. E, se l'esordio non ci illude troppo, anche quella della Filaci sarà una voce che segnerà i prossimi anni.