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Recensendo [cd]: "Stuff I heard" di Troy Roberts
Scritto da Adriano Ghirardo   
lunedì 22 giugno 2020
Il trentenne sassofonista australiano, trasferitosi da alcuni anni nella Grande Mela, ha già ampiamente dimostrato la sua padronanza con lo strumento e la tradizione jazzistica. Undici cd pubblicati a suo nome e collaborazioni prestigiose, nel mondo del jazz e della musica nera tout court, ne sono una eloquente prova. Ma in questo “Stuff I heard” va oltre i risultati ottenuti precedenti presentandosi come multistrumentista e arrangiatore. Perché, ad eccezione di Jimmy Mc Bride alla batteria, il leader si occupa delle parti di sassofono (alternandosi tra tenore, soprano e contralto), di contrabbasso e basso elettrico. Le abili sovraincisioni, curate da Dave Darlington, rendono bene il mondo espressivo del sassofonista di Perth che tralascia le sue notevoli doti tecniche privilegiando l'aspetto espressivo. Una summa delle “cose che ha ascoltato” in cui convivono modern mainstream, il groove funky e il gusto per le armonizzazioni a più voci che, talvolta, ricordano gli interventi di una sezione fiati da big band. “Little room”, con una andatura simile ad una fuga in 3/4, apre in maniera brillante il cd seguito dalla blueseggiante “Harry Brown” dedicata al personaggio interpretato da Michael Caine. L'armonizzazione iniziale di “Lifeline” ricorda alcuni lavori solitari di Surman prima di sfociare in una serie di arpeggi ipnotici si cui si innesta un tema complesso ma sempre melodico mentre il lato funky prevale in “Rejekt” con tre tracce di basso elettrico che mostrano la versatilità di Roberts che firma il disco più convincente della sua giovane ma già proficua carriera.