Recensendo [cd]: "When will the blues leave" di Paul Bley |
Scritto da Adriano Ghirardo
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mercoledì 15 gennaio 2020 |
Quando arrivò la notizia di un inedito coltraniano pensavo, come buona parte degli addetti ai lavori, che non gli sarebbe sfuggita la menzione annuale nella suddetta categoria del Best Jazz. Invece “Blue world” si è rivelata una operazione commerciale che nulla aggiunge all’immensa opera di John Coltrane rischiando, altresì, di oscurare ritrovamenti come questo live di Paul Bley, Gary Peacock e Paul Motian, trio così prezioso da palesarsi raramente su disco. Questa incisione, tratta dalla data luganese del tour europeo del 1988, trova i tre musicisti in perfetta sintonia e ciò non stupisce dato che, in varie formazioni, si sono incontrati più volte. Bley, genio che avrebbe meritato maggiori riconoscimenti del suo ruolo nell’evoluzione del pianismo moderno, sa mescolare improvvisazione libera ed aperture melodiche come il maestro Ornette Coleman a cui arriva l’esplicita dedica nel brano eponimo. Anche “Mazatlàn” ricorda le sghembe avventure latine di Ornette mentre la rilettura di un notissimo standard quale il gershwiniano “I loves you Porgy” testimonia dell’influenza lasciata sullo stile di Jarrett. Talvolta, quando si parla della scuola del pianismo bianco discendendo verticalmente da Bill Evans a Keith Jarrett fino a Brad Mehldau, sarebbe bene prendersi un’ora di pausa e ascoltare opere importanti quali questo trio che la Ecm, meritoriamente, pubblica uscendo dalla pletora di incisioni odierne che raramente raggiungono il livello artistico di questo live.
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