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Nice Jazz Festival Sessions: la vitalità della scena attuale con il gruppo Asta e Bazzicalupo
Scritto da Adriano Ghirardo   
sabato 19 ottobre 2019
NIZZA - E' stata una settimana intensa per gli appassionati di jazz della Costa Azzurra. Infatti il programma del Nice Jazz Festival Sessions ha regalato emozioni grazie a concerti che, in diverse locations della città, hanno testimoniato la vitalità della scena contemporanea e la calorosa risposta del pubblico. Ma andiamo con ordine. Sabato 12 ottobre, al Theatre Nationale, abbiamo assistito ai concerti del quartetto di Andrea Bazzicalupo e del progetto Asta formato da Antonio Faraò, Sylvain Beuf, Diego Imbert (in sostituzione di Thomas Bramerie) e dal decano del jazz francese André "Dedé" Ceccarelli. Non si è trattato, a differenza di altre occasioni, del concerto di musicisti affermati aperto da un gruppo locale ma di due esibizioni di pari dignità artistica. Bazzicalupo, sanremese da tempo trasferitosi a Nizza, ha lavorato per anni sulle proprie composizioni e oggi pare aver costruito un ensemble in grado di produrre una musica moderna e stimolante ma, al tempo stesso, fruibile anche al di fuori dell'ambito degli addetti ai lavori. Illyes Ferfera al sax, Sofian El Mabrouk al contrabbasso e Thomas Galliano alla batteria completano un quartetto che, in caso di collaborazione continuativa, promette di superare i già notevoli livelli espressi nel concerto nizzardo. Brani già presenti nel cd “Mattoni” si sono alternati a composizioni nuove mentre una struggente dedica alla lotta del popolo curdo ha confermato che impegno musicale e politico vanno spesso a braccetto. E, in una epoca di risorgenti nazionalismi, il gruppo rappresenta perfettamente un melting pot culturale che mescola Francia, Italia e radici nordafricane. Restando in attesa della registrazione di un nuovo cd passiamo alla seconda parte della serata. Cosa dire di un gruppo formato da quattro individualità così forti e distinte? Innanzitutto che non si tratta del solito supergruppo messo su in occasione di un tour ma di un progetto che ha presentato in anteprima il cd “Passers of time” in uscita in questi giorni. Il virtuosismo di Faraò, il bel suono (sia al tenore che al soprano) di Beuf, l'understatement di Imbert e la classe cristallina di Dedé hanno intrattenuto il pubblico che assiepava le tribune del piccolo (ma accogliente) teatro, raramente sfruttato per le serate jazz nizzarde. Una musica che fonde ricerca melodica e virtuosismo denotando che, a 25 anni dalla prima collaborazione, il gruppo non ha perso né l'intesa né la voglia di esprimere collettivamente la propria idea di jazz. La struggente “Ballade pour Valerie”, “Early bird” e “Two places” sono tra i brani rimasti maggiormente impressi di questo bel concerto. E, citando il titolo di un brano presente nel loro cd, si può dire che “Les rues se retrouvent”. Questo è il jazz: una serie di percorsi personali che, come d'incanto, si uniscono in una voce comune.

(8 fotografie di Poulpy a pagina 119 della Galleria immagini)