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Recensendo [cd]: "Mark Turner meets Gary Foster" di Mark Turner
Scritto da Adriano Ghirardo   
venerdì 20 settembre 2019
Il mercato discografico opta, spesso, per scelte bizzarre. Quella di mantenere per sedici anni negli archivi questa incisione live si può annoverare tra gli esempi della tesi sovraesposta. Mark Turner, maestro contemporaneo del sax tenore, e Gary Foster, contraltista di talento spesso offuscato da una carriera come docente e turnista in ambito pop, omaggiano il cool jazz riproponendo le famose tenzoni tra Lee Konitz e Warne Marsh. La sezione ritmica, formata da Putter Smith e Joe La Barbera, ha maggiore swing e carica propulsiva rispetto alle compassate versioni dell'epoca e ciò aggiunge pepe alle evoluzioni dei solisti. Il repertorio è quello che ci si attende: "Subconscious Lee", "Lennie's pennies", "317 East 32nd Street", "Background music" oltre ad alcuni standards da rileggere in maniera più o meno canonica. Se “What's new” viene interpretata in maniera classica è “Come rain or come shine” a subire il trattamento più “tristaniano” con improvvisazioni che sviscerano le armonie dopo una interessante introduzione solitaria di Turner. Che il suo stile fosse più vicino alla scuola cool rispetto a quella nera (vincente negli sviluppi del jazz moderno) era percepibile ma stupisce la conoscenza approfondita e l'adesione a quell'estetica che, insieme ad altre influenze, ha contribuito a forgiare un fraseggio ed un suono originali nella scena moderna. E pure una serata live dimenticata come questa risulta utile a comprenderne la genesi.