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Recensendo [cd]: "Devotion" di Dave Douglas
Scritto da Adriano Ghirardo   
marted́ 27 agosto 2019
Il rapporto tra Dave Douglas e Uri Caine data da metà degli anni 90 del secolo scorso, sia nello storico quartetto del trombettista che nelle esibizioni in duo. Oggi, al rodato duo autore del cd “Present joys” del 2014, si aggiunge il drumming libero e ispirato del gigante della batteria free Andrew Cyrille, ideale contrappunto al fluire improvvisativo dei solisti. Douglas, dopo la rielaborazione di brani tratti dal Sacred Harp, canzoniere di inni sacri e canti corali da eseguire a cappella del disco precedente, presenta composizioni originali, ad eccezione della tradizionale title track. Gli omaggi si sprecano nelle nove tracce che compongono questo riuscito disco: da quelli appena accennati ai pionieri del jazz moderno Mary Lou Williams e Dizzy Gillespie a quello esplicito, nel brano “D’Andrea”, all’alfiere del jazz italiano. Non stupisce questa attestazione di stima, non solo per la collaborazione di Douglas col combo italiano ma, soprattutto, perché i due condividono un approccio aperto che unisce rispetto della tradizione e volontà di superarla. Infatti nello stile di Douglas si colgono echi ellingtoniani (“False allegiances”, con la sordina e l’effetto growl, si candida al ruolo di “African flower” dei nostri giorni), momenti di improvvisazione libera ed un senso melodico struggente nelle ballad. Ai “nuovisti” a tutti i costi e ai conservatori dell’ortodossia jazzistica farebbe bene ascoltare un trio che riesce ad inglobare in sé passato, presente e futuro della musica di origine afroamericana.