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Recensendo [cd]: "Trion" di Johnathan Blake
Scritto da Adriano Ghirardo   
mercoledì 31 luglio 2019
Nella scena jazzistica contemporanea sono parecchi i batteristi che, oltre alle doti strumentali, hanno progettualità e capacità di leadership. Johnathan Blake dimostra da alcuni anni di essere, al pari di Antonio Sanchez, Brian Blade, Eric Harland, Ari Hoenig e altri, un musicista completo in grado di comporre brani originali e dirigere al meglio le varie formazioni. “Trion” lo vede in una incisione live alla Jazz Gallery di New York insieme ad altri due assoluti protagonisti dei nostri giorni: Chris Potter e Linda May Han Oh. Ma se il titolo, preso in prestito dalla fisica, parla di tre particelle che si fondono in una mi pare giusto rendere merito al quarto membro (occulto) di questo trio e cioè Jimmy Katz. Perché il famoso fotografo ha deciso di fondare l'etichetta Giant Step Arts, che produce questo doppio cd, avendo come obiettivo quello di mettere in primo piano il prodotto artistico rispetto alle esigenze commerciali. Quindi pieno spazio alla vena di un trio che esprime il meglio della modernità con lo spirito libero di una blowing session rendendo gradevole e intenso un repertorio composto da brani originali con l'eccezione dell'improvvisato “Relaxin at Camarillo” come bis e dell'interessante arrangiamento di “Synchronicity” dei Police da parte di Potter. Blake, noto per il vulcanico drumming messo in mostra per anni nel combo di Tom Harrell, aveva già convinto con “The eleventh hour” e “Gone, but not forgotten” e oggi, in questo che può essere considerato un disco paritario dato il contributo compositivo ed esecutivo dei suoi partners, si conferma come uno dei personaggi chiave della nuova generazione.