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Il Torino Jazz Festival 2019 dal 26 aprile al 4 maggio: 82 concerti e molte produzioni originali
Scritto da Marco Scolesi   
mercoledì 24 aprile 2019
TORINO - 9 giorni di festival, 320 musicisti, 24 sedi, 8 circoscrizioni, 82 concerti di cui 70 a ingresso gratuito, 40 jazz blitz, 3 marching band, 2 giorni di meeting, 1 workshop, 1 mostra, 30 persone coinvolte nell'organizzazione, 50 volontari. Sono questi i numeri della settima edizione del Torino Jazz Festival che si svolgerà da venerdì 26 aprile a sabato 4 maggio. La manifestazione, diretta da Diego Borotti e Giorgio Li Calzi, quest’anno si amplierà per durata, numero di concerti e allargherà i suoi confini. Il cartellone riserverà continue sorprese con le esibizioni di artisti di altissimo livello come Joshua Redman, Fred Frith, Enrico Pieranunzi, Jon Balke, Randy Brecker, Bugge Wesseltoft, Kyle Eastwood, Stefano Di Battista, Eivind Aarset, John Paul Jones, Michel Portal, Arto Tuncboyaciyan, Ernst Reijseger, Jim Black, Sidsel Endresen, Deborah Carter, Don Menza, Flavio Boltro ed Enrico Rava nei teatri, nelle sale e nei club, dove l'anima del jazz più autentica si alternerà a proposte inedite. Il festival - che propone 12 concerti a prezzi popolari, con biglietti che vanno dai 5 ai 12 euro e 70 appuntamenti gratuiti a cui si aggiungono 40 jazz blitz, sempre a ingresso gratuito - è un progetto della città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino. Il programma prevede la presenza di artisti internazionali e produzioni originali realizzate dai migliori jazzisti del territorio (i musicisti coinvolti saranno circa 320) che si esibiranno sul palco delle Ogr Torino, nei circoli jazz centrali e periferici e in diversi spazi della città dal Piccolo Regio Giacomo Puccini al Conservatorio Giuseppe Verdi, dall’Aula Magna Giovanni Agnelli del Politecnico all’Auditorium del grattacielo Intesa San Paolo, a prezzi popolari. Nell’edizione 2019 aumenteranno le esibizioni e le performance all’aperto per dar vita a una rassegna "diffusa" nella città e per la città che, con i grandi concerti e le molte iniziative ospitate -  tra cui le jam session, i Torino Jazz Meetings (dove si incontrano gli operatori del settore) e le incursioni musicali dei jazz blitz in luoghi atipici (che coinvolgeranno anche gli allievi della Jazz School Torino, di Arcote e dei corsi di formazione musicale della città di Torino) - contribuirà a creare il classico clima da festival. Sono in calendario circa 100 eventi con diverse produzioni originali (Icp Trio con Han Bennink with Clg Ensemble, Jon Balke Siwan più ensemble d’archi del Conservatorio di Torino, Arto Tuncboyaciyan con Sfom Quartet, Randy Brecker e Chad Lefkowitz-Brown con Fabio Giachino Trio, Lapsus Lumine con Jim Black e Ernst Reijseger "Moondog Project", Kyle Eastwood con Stefano Di Battista "Gran Torino", Michel Portal e Flavio Boltro Bbb Trio, la prima assoluta italiana dei "Tres Coyotes" con John Paul Jones, Magnus Lindberg e Anssi Karttunen e 2 concerti esclusivi (unica data italiana), ovvero Gavin Bryars Ensemble e Eivind Aarset Quartet. Nei 9 giorni di programmazione il Torino Jazz Festival offrirà una panoramica sulle varie anime del jazz - dal mainstream americano ai migliori talenti italiani ed europei - ospitando concerti di artisti che rappresentano l'evoluzione attuale del jazz nel rock, nella musica elettronica e nei nuovi linguaggi improvvisativi. Si potranno ascoltare jazzisti provenienti da tutto il mondo: Italia, Inghilterra, Olanda, Norvegia, Stati Uniti, Filippine, Algeria, Iran, Turchia, Portogallo, Israele, Svezia, Romania, Francia, Svizzera, Austria, Camerun e Ghana. Importante è stata anche la scelta di organizzare, per il secondo anno, i concerti serali in un luogo simbolo della trasformazione urbana, le Ogr Torino, vitale punto di riferimento di una città a vocazione internazionale per la cultura contemporanea. “La realizzazione in una grande città come Torino di un jazz festival con un programma diverso dagli stereotipi, dove gli artisti del territorio suonano insieme ai musicisti internazionali, dove il biglietto d’ingresso è estremamente accessibile e il vero protagonista è il pubblico potrebbe sembrare un’utopia, invece è una realtà - spiegano i direttori artistici Diego Borotti e Giorgio Li Calzi -. Lo dimostra il successo ottenuto lo scorso anno dal Torino Jazz Festival, dai suoi musicisti, dai suoi operatori e dagli spettatori. A essere premiato, nel 2018, è stato soprattutto il pubblico perché abbiamo dato vita a un festival creativo, non commerciale, in grado di far conoscere a tutti quella che è considerata come la musica fondamentale del Novecento, il jazz. Crediamo che i caratteri distintivi di questa manifestazione si esprimano nella preminenza dei luoghi e dei gruppi di lavoro stabili, nelle produzioni originali frutto di residenze artistiche, nell’attenzione al sociale, nell’alta caratura qualitativa equamente distribuita tra teatri e jazz club e nell’estrema varietà stilistica”.