Recensendo [cd]: "Both directions at once" di John Coltrane |
Scritto da Adriano Ghirardo
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marted́ 04 settembre 2018 |
Il ritrovamento di incisioni dei grandi maestri della storia del jazz è, di per sé, motivo di felicità per critici e appassionati. Ma, nel caso di un musicista in perenne ricerca come John Coltrane, ciò è maggiormente vero. La session del 6 marzo 1963 coglie lo storico quartetto in un periodo di passaggio nella impetuosa marcia di rinnovamento della tradizione afroamericana. Infatti le sperimentazioni su strutture armoniche avanzate (“Giant steps” e “Countdown” tra tutte) sono passate e la stagione mistica è alle porte ma non ancora ben definita. Per situare storicamente questo “Both directions at once” basti dire che è stato inciso il giorno primo della collaborazione col crooner Johnny Hartman e che l'unica altra testimonianza discografica di quell'anno è il famoso “Live at Birdland”. Quindi, a differenza di molte uscite postume, le tracce che compongono questo doppio cd aiutano a fare luce su un periodo di riflessione del genio di Hamlet. La ricerca del quartetto si sviluppa su molteplici takes di brani tipici dell'epoca (“Impressions”, “One up, one down” e l'omaggio a Lehar “Vilia” che verrà ripresa nei già citati live newyorkesi) a cui si aggiungono alcune composizioni che, non avendo visto la pubblicazione (non si sa se per scelta degli artisti o della Impulse) sono rimaste senza titolo. Sulla magia sprigionata da Coltrane, Mc Coy Tyner, Jimmy Garrison e Elvin Jones sono stati spesi fiumi di parole. Ritraendomi da questo superfluo scopo consiglio a tutti l'ascolto di un disco che, pur non stravolgendo la discografia coltraniana, rende idea del mezzo secolo di vantaggio dei quattro sulla media dei jazzisti coevi. E il fatto che “Both directions at once” sia considerato l'evento jazz più importante di questa metà di 2018 rende onore al genio coltraniano facendo, contemporaneamente, riflettere sul valore del presente.
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