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Recensendo [cd]: "Resonant geographies" di Jason Robinson
Scritto da Adriano Ghirardo   
lunedì 23 aprile 2018
Il tenorsassofonista Jason Robinson è una figura di grande versatilità nella scena jazzistica contemporanea. Più del Giano bifronte omaggiato nel cd del 2010 “The two faces of Janus”, egli sa alternare composizione, arrangiamento e ottima tecnica strumentale con collaborazioni apparentemente lontane come quella con gruppi reggae, senza trascurare l'attività di docente all'Amherst College. Questa apertura mentale si coglie nelle sue composizioni, che mescolano il jazz anni '60 con l'avanguardia, il rigore della lezione orchestrale di Charles Mingus e Gil Evans e la libertà espressiva in un caleidoscopio sonoro di assoluta originalità. In questa suite in sette movimenti, dedicata a luoghi significativi della propria vita, tra la California e il Massachussets, Robinson amplia il suo Janus Ensemble trasformandolo in una mini big band di undici elementi, formata da strumentisti di grande valore. Marty Ehrlich, Oscar Noriega e JD Parran ai fiati, Marcus Rojas e Bill Lowe alla tuba, Michael Dessen al trombone, Liberty Ellman alla chitarra, Drew Gress al contrabbasso e la doppia batteria di George Schuller e Ches Smith completano un ensemble da sogno in grado di passare dalla pagina scritta alla sapiente improvvisazione con grande fluidità. E' una musica complessa, ragionata e spesso imprevedibile, che si tiene equidistante dalla mera riproposizione del passato e dalle secche in cui certo free jazz si è incagliato, regalando emozioni all'ascoltatore più attento. Probabilmente il progetto più riuscito della sua già interessante carriera.