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Recensendo [cd]: "After the fall" di Keith Jarrett
Scritto da Adriano Ghirardo   
marted́ 10 aprile 2018
Ogni uscita dello Standards Trio di Keith Jarrett ripropone i soliti schieramenti di critica. Da una parte chi accusa il pianista di Allentown di vivere sui fasti dei passati decenni e la Ecm di campare sulle registrazioni live accumulate negli anni e, dall'altra, chi si emoziona ogni volta nell'ascoltare le creazioni di uno dei trii
più importanti della storia del jazz moderno. Io, lo ammetto, faccio parte dei secondi. In effetti se la parte razionale chiederebbe a Jarrett nuove sfide, sia come compositore che come leader di progetti nuovi, non è facile sottrarsi alla magia di tre musicisti che si accostano agli standards col giusto mix di umiltà e personalità. Questo doppio cd, registrato a Newark il 14 novembre 1998, è importante in quanto documenta uno dei primi concerti dopo la pausa di due anni dovuta ai disturbi psicofisici del pianista. “Dopo la caduta” è la traduzione letterale del titolo e, in effetti, Jarrett pareva essersi rialzato molto bene quella serata regalando interpretazioni piene di brio (le boppistiche “Scrapple from the apple” e “Bouncin' with Bud”) oltre alle famose ballads (“Old folks” e “When I fall in love” tra le altre). Se si esclude la versione di “Santa Claus is coming to town” il repertorio non si discosta molto da altre esibizioni del trio ma quello che stupisce è la differenza di atmosfera rispetto al quasi contemporaneo “The melody at night, with you”. E' vero che si trattava, in quel caso, di una registrazione "casalinga" in piano solo ma pareva di cogliere, al di là del pathos, un musicista ancora sofferente e introverso. Bene ha fatto Manfred Eicher a tirare fuori dal cilindro questo live. E, per una volta, ci si può cullare ascoltando l'ennesima versione di “Autumn leaves” senza dover cercare la novità a tutti i costi.