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Recensendo [cd]: "The dreamer is the dream" di Chris Potter
Scritto da Adriano Ghirardo   
domenica 09 luglio 2017
Alla terza uscita con la Ecm Chris Potter conferma il suo stato di grazia compositivo ed interpretativo. Solo chi possiede idee chiare e forte personalità riesce a produrre musica fresca e piacevole andando oltre le atmosfere predilette dal patron Manfred Eicher, presenti soprattutto in “Memory and desire” dal timbro alla Garbarek. Alla guida del suo affiatato quartetto (David Virelles al pianoforte, Joe Martin e Marcus Gilmore alla sezione ritmica) il quarantaseienne sassofonista americano riesce a mantenere una giusta alternanza di lirismo e tecnica nelle sei tracce di questo riuscito lavoro. L'apertura con “Heart in hand” ricorda le ballad scritte dal suo maestro Brecker con un crescendo solistico degno di nota mentre il disco prosegue sulla ritmica latino-africana di “Ilimba” a dimostrazione della varietà di impulsi presenti nella sua musica. Anche dal punto di vista timbrico Potter cura i dettagli alternando il sax tenore col soprano ed il baritono mentre Virelles, trentatré anni di grande maturità, è ormai diventato un pianista “residente” dell'etichetta tedesca. Se nel disco del 2015 “Imaginary cities” Potter aveva utilizzato un ensemble allargato oggi dimostra una buona capacità di orchestrazione anche in un contesto minimale come quello del quartetto. Il disco non si riduce, infatti, ad una mera successione di pur notevoli improvvisazioni, ma si percepisce, nelle parti obbligate e nello spirito generale, una condivisione di intenti che, se non dispersa, può regalare a questo combo lo status di “working group”. Un po' quello che manca al jazz contemporaneo tentato dal continuo rinnovamento di progetti.