Fabrizio Bosso da alcuni anni sta vivendo una fase di maturazione musicale che ha già portato diversi frutti. Uno di questi, tra i migliori della sua produzione, è il doppio cd "State of the art-Live!", registrato dal vivo durante i concerti di Roma, Tokyo e Verona. Praticamente è un’istantanea fedele della musica del trombettista piemontese. Il lavoro vuole anche rappresentare il passaggio a una nuova fase della carriera: "Quando ho deciso di mettere in piedi questo quartetto - spiega Bosso -, non l’ho fatto pensando a un disco. Avevo piuttosto voglia di ascoltare la mia musica suonata da altri musicisti, con un’energia e un colore che fossero diversi, freschi. Questo è il suono del mio presente e loro sono, oltre che degli amici, anche i musicisti che mi appagano di più sul palco perché capaci di tirare fuori il suono che ho in testa. Con loro, il mio grande lusso è che potrei permettermi di non suonare e la musica funzionerebbe ugualmente". I musicisti sono Julian Oliver Mazzariello (pianoforte), Jacopo Ferrazza (contrabbasso, solo in due brani c'è Luca Alemanno, da qualche mese a Los Angeles alla corte del prestigioso Monk Institute) e Nicola Angelucci (batteria). Quello che fa più piacere è che nel doppio cd, in dieci tracce, emerge, oltre al talento improvvisativo, anche una cifra compositiva sempre riconoscibile (ad esempio "Rumba for Kampei", "Mapa", "Black spirit", "Dizzy’s blues" e "Minor mood") e, finalmente, è palpabile la caratura di Bosso in qualità di leader (ora c'è la progettualità che spesso in passato il trombettista aveva messo in secondo piano), in grado di trascinare il gruppo e, nello stesso tempo, di lasciare tutto lo spazio agli altri compagni di viaggio in una sorta di alchimia praticamente perfetta. E questa è una caratteristica tipica dei grandi musicisti.
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