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Recensendo [cd]: "Ziljabu nights-Live at Theater Gutersloh" di Miroslav Vitous
Scritto da Adriano Ghirardo   
mercoledì 10 maggio 2017
Se "Ziljabu nights" fosse l'incisione di un giovane musicista sarebbe, probabilmente, etichettata dalla critica come “derivativa”. Infatti l'influenza di quel periodo, fecondo e talvolta contraddittorio, in cui il jazz acustico preparava il passaggio al jazz-rock pare evidente. Ma il sessantottenne contrabbassista ceco Miroslav Vitous è stato, insieme al Miles Davis di “In a silent way” e “Bitches brew”, uno dei maestri fondatori di quella estetica musicale. A 50 anni esatti dal debutto Vitous continua ad interrogarsi perpetuando quella ricerca infinita già esplicitata nel titolo di una sua opera giovanile ("Infinite search", 1977) ricordata nell'intervista che chiude questo live. I sassofoni di Robert Bonisolo e Gary Campbell, le tastiere di Aydin Esen e la bella sorpresa di un redivivo Roberto Gatto accompagnano il leader (qui alle prese con un contrabbasso dalle sonorità filtrate da un pedale wah wah) in questo viaggio musicale senza lidi sicuri a cui approdare. Composizioni lunghe in cui i sassofoni dialogano, le tastiere aprono squarci armonici inattesi rifuggendo dallo schema tema-improvvisazione tipico del jazz tradizionale. Gli omaggi al jazz classico sono comunque chiari: “Gloria's step variations” ricorda Scott La Faro che, per primo, svincolò il suo strumento dal ruolo di mero accompagnamento e “Stella by starlight variations” rende onore al songbook americano. Questo live è l'ottavo episodio della collana dedicata al jazz europeo dall'etichetta Intuition e mostra un Vitous in forma giovanile, più interessato all'esplorazione della forma che alla composizione di brani all'altezza di quelli che, nei Weather Report e non solo, contribuirono a consolidarne la fama.