Recensendo [cd]: "My foolish heart" di Ralph Towner |
Scritto da Adriano Ghirardo
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giovedì 06 aprile 2017 |
La storia della musica è piena di eresie che il tempo trasforma in ortodossia. Gli anni '70 furono, per i chitarristi e non solo, un momento in cui sperimentare nuove sonorità ed effetti tentando di unire armonie jazzistiche ed invenzioni hendrixiane. Chi non condivideva questa ricerca ha continuato a tentare l'attualizzazione del linguaggio jazz in forme più tradizionali. Ugualmente distante dalle due posizioni un giovane chitarrista di nome Ralph Towner provava una fusione tra il mondo classico e le radici etniche in quel genere che contribuirà a creare e che oggi viene chiamato world music. A distanza di quattro decadi il jazz ha perso, nel bene e nel male, quella radice esclusivamente nera assumendo identità differenti a seconda degli interpreti che ad esso si approcciano. Ed il settantaseienne musicista di Chehalis può incidere da maestro del jazz contemporaneo un nuovo capitolo solitario per la prestigiosa etichetta Ecm. A parte l'omaggio al songbook americano con la title track il repertorio è formato esclusivamente da proprie composizioni ed in esso si percepiscono tutte le anime che formano il suo universo musicale. La musica etnica ("Dolomiti dance") ed episodi descrittivi ("Pilgrim") si alternano a momenti ritmati ("Saunter" e "Clarion call" tra gli altri) mentre le radici classiche pervadono l'album insieme al gusto armonico della tradizione jazz. Un sentito omaggio all'amico Paul Bley, recentemente scomparso, ("Blue as in Bley") è uno dei brani più toccanti di un disco che si presenta quasi come un manifesto dell'estetica towneriana. Orgogliosamente sé stesso, lontano dalle mode e forse non così lontano dal jazz quanto la sua carriera lo ha portato tra gli Oregon e collaborazioni varie.
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