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Recensendo [cd]: "Astrolabio" di Roberto Ottaviano
Scritto da Adriano Ghirardo   
giovedì 23 marzo 2017
L'etichetta salentina Dodicilune, distribuita internazionalmente da Ird, è attiva dal 1996 ed ha prodotto artisti italiani e stranieri di ottimo livello. Dimostrazione emblematica è questo nuovo progetto di Roberto Ottaviano che vede la collaborazione con maestri quali Gianluigi Trovesi, Glenn Ferris e Michel Godard. Il sassofonista barese presenta composizioni originali e riarrangia brani della tradizione in un caleidoscopico viaggio che ingloba passato e presente in una proposta nuova ed accattivante. La formazione di soli fiati (sax soprano, clarinetto, trombone e basso tuba) aiuta nel rendere originale l'impasto timbrico aggiungendo un tocco di novità timbrica ad un repertorio comunque interessante di suo. Il brano “Antonious Block”, ispirato al viandante bergmaniano de “Il settimo sigillo” che si interroga sul senso della vita nella sua famosa partita a scacchi con la morte, segna il senso di una ricerca mistica che trascende il lato musicale per approdare a riflessione filosofica. Un paio di brani dei Gentle Giant mostrano da una parte l'apertura mentale di Ottaviano nella scelta del repertorio e, d'altra parte, quanto il rock progressivo possa, una volta asciugato dagli eccessi elettrici, trasformarsi in una pagina di musica acustica senza tempo. E' un disco jazz (si chiederanno i critici puristi)? Sicuramente lo è nell'approccio solistico che arricchisce la pagina scritta ma si coglie anche una profonda conoscenza della musica classica tradizionale e contemporanea. Il jazz eurocentrico degli ultimi decenni, di cui i quattro musicisti sono attori di rilievo, ha, forse, perso qualcosa in swing ed estemporaneità ma ha aggiunto una maggiore cura compositiva. E questo disco conferma il valore artistico di musicisti in perenne ricerca e lontani dal mainstream.