L'editoriale [numero 6]: "Crisi del sistema scolastico: in attesa del Ddl sulla musica c'è Radio 3" |
Scritto da Marco Scolesi
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sabato 27 settembre 2014 |
Le scuole in Italia purtroppo non insegnano la musica, se escludiamo poche ore di lezione nelle medie, per solfeggio e flauto. Un po' poco per un paese che può vantare compositori importanti, da Giuseppe Verdi a Luciano Berio, e grandi esecutori e direttori d'orchestra. L'educazione musicale mancante si riscontra anche durante i festival e i concerti, soprattutto in quelli di piazza, all'aperto, d'estate. Il maestro Ennio Morricone, tra i più apprezzati compositori italiani nel mondo, recentemente ha criticato il metodo italiano. "Gli educatori usano metodi sbagliati", ha detto Morricone, che condivide l'opinione, abbastanza diffusa tra direttori d'orchestra, secondo la quale lo scarso amore per la musica da parte dei giovani nascerebbe sia dalle metodologie, sia dall'uso del flauto come strumento principale di insegnamento. "Esistono due metodi diversi tra loro, ma che sono i migliori per l'insegnamento della musica nella scuola - ancora Morricone - che sono quello messo a punto da Carl Orff (compositore dei Carmina Burana) e quello di Boris Porena, che insegna ai giovani a creare la musica insieme. Gli insegnanti di musica dovrebbero prima fare dei corsi". Poi si scagliato contro la mancata riforma del sistema di insegnamento musicale scolastico. "Servirebbero dieci anni per cambiare le cose, basandosi su due aspetti fondamentali: nuovo programma e nuovi insegnanti preparati, attraverso corsi di formazione, a svolgere quel programma". Morricone ha criticato anche le strutture scolastiche, che attualmente non sarebbero assolutamente idonee ad ospitare la crescita di una cultura dell'ascolto: "Bisognerebbe dare a tutte le scuole un impianto per ascoltare la musica e un corredo di una trentina di incisioni discografiche importanti, da fare ascoltare agli studenti come esempio degli argomenti teorici". E poi la conclusione, amara e pesante: "In Germania ogni famiglia suona Bach con il flauto dolce e il pianoforte o addirittura il clavicembalo, cantando e leggendo gli spartiti. Quella è la vera nazione musicale, non l'Italia". Ora, però, si sta discutendo un disegno di legge che potrebbe cambiare radicalmente il ruolo della musica nella scuola italiana. Una necessità di cui si parla da decenni e che è stata più volte ribadita dai grandi italiani della musica, da Claudio Abbado a Riccardo Muti, da Salvatore Accardo a Maurizio Pollini. Come è noto la musica è la grande assente dalla nostra scuola. Poco o nulla si fa nella scuola primaria (asilo ed elementari), dal 1962 la famosa legge Gui aprì le scuole medie alla educazione musicale con poche ore di insegnamento settimanale. Nella presentazione si legge che il ddl "vuole anche essere un tributo all’impegno che Claudio Abbado ha inteso lasciarci quale irrinunciabile eredità culturale. Per tale ragione il ddl trae ispirazione dell’insegnamento che deriva dal saper interrogare il passato e il presente attraverso lo sviluppo dei linguaggi artistici per poter guardare tanto al futuro della musica quanto alla musica del futuro senza perdere di vista il suo rapporto con la società e l’impegno civile". Abbado infatti più volte ebbe a lodare il sistema venezuelano di Abreu, che ha accolto migliaia di ragazzi nelle orchestre sinfoniche sottraendoli ai rischi della strada. "La musica non va considerata solo sotto l’aspetto storico e culturale ma ancor prima sotto quello del benessere psicofisico, dunque come un bene di primaria importanza a livello di pratica quotidiana". Per rimediare a tali lacune, almeno in parte, viene in soccorso ancora una volta Radio 3, che nel fine settimana, al sabato e alla domenica alle 9 del mattino, propone le "Lezioni di musica". Il modo migliore per iniziare la giornata. Musicologi e musicisti italiani tra i più affermati e riconosciuti, insieme alle voci storiche di alcuni conduttori delle principali trasmissioni musicali di Radio 3, accompagnano gli ascoltatori in un percorso divulgativo che vuole essere a un tempo didattico e coinvolgente. Grandi capolavori del repertorio sinfonico e di quello da camera, ma anche generi e forme musicali diversi, vengono esplorati con la proposta di esempi spesso eseguiti dal vivo al pianoforte o con l’offerta di ascolti rari e di grande qualità. La sigla è tratta da "The young person's guide to the orchestra, variazioni e fuga su un tema di Purcell" di Benjamin Britten nell'esecuzione dello stesso Britten. Tutte le puntate si possono ascoltare sul sito www.radio3.rai.it. In attesa di tempi migliori Radio 3 offre una corposa consolazione.
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