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Addio a Fabio Gamba, ha unito jazz e fotografia "parlando" con le immagini
Scritto da Marco Scolesi   
giovedì 01 giugno 2023
L'altra sera stavo ascoltando Radio 3 Suite Jazz, in attesa del concerto di Kahil El Zabar registrato a Novara Jazz, e dalla voce di Pino Saulo ho appreso della scomparsa, a soli 58 anni, del fotografo bergamasco Fabio Gamba della Phocus Agency. "Addio Fabio, amico gentile e riservato che amava parlare con le immagini... questo concerto è dedicato a te", ha detto Saulo. Una notizia triste, che non mi ha lasciato indifferente. Avevo conosciuto Gamba - il primo incontro credo fu proprio a Novara dove mi ero recato per seguire il festival per il Mellophonium.it - e anche se non eravamo diventati amici e non ci frequentavamo regolarmente - se non ai festival - l'ho sempre sentito affine al mio modo di sentire e vedere. Sono sensazioni che si percepiscono, anche senza parlare. Mi piaceva come persona, e mi piacevano i suoi scatti, un bianco e nero livido, intenso. Ci siamo visti poche volte, una anche a Ospedaletti, ma non mi sono mai dimenticato di lui. Per questo, per ricordarlo al meglio, ho contattato i suoi amici e colleghi della Phocus Agency: Luciano Rossetti (anche lui incontrato la prima volta a Novara ad un live all'aperto di Han Bennink e Roberto Ottaviano), Luca D'Agostino (autore della foto di Fabio Gamba che potete vedere nella nostra Galleria Immagini a pagina 140) e Umberto Germinale, collaboratore del nostro sito e direttore artistico di Jazz sotto le Stelle di Ospedaletti.
"Io, pur avendolo frequentato solo in occasione di qualche riunione Phocus e di qualche concerto (Novara, Bergamo, Ospedaletti) non posso che provare tristezza per la scomparsa, prematura, di una bella persona - dice Germinale -. Ricordo che scattò subito empatia tra noi, difficile che non succedesse con una persona simile. Ricordo che venne a Ospedaletti per una edizione di Jazz sotto le Stelle, credo quella dove si esibiva Tom Harrell. Passammo un paio di giorni insieme e lo ricordo piacevolmente tra foto alle prove, concerti e cene. Il fotografo, come spesso accade, riflette la persona. Dotato di un bello sguardo, attento, ironico, sensibile e senza inganni. Sono contento e mi sento arricchito per avere conosciuto Fabio".
Questo invece il ricordo di Luciano Rossetti: "Considero Fabio il mio allievo e lui era d'accordo, mi riconosceva il merito di averlo introdotto nel piccolo mondo della fotografia jazz italiana. Eravamo agli inizi degli anni 2000, un pò alla volta è passato dal piccolo jazz club agli accrediti per i festival. Percorso pienamente meritato, il suo sguardo era solo suo, anche se eravamo fianco a fianco a fotografare. Un ricordo di Fabio tra tutti, nel 2007 al convegno Ai Confini tra la Fotografia e il Jazz, all'interno del festival di Sant'Anna Arresi, sud Sardegna, profondo Sulcis ("alla periferia dell'impero" come amava dire Basilio Sulis, compianto direttore-organizzatore del festival Ai Confini tra Sardegna e Jazz): primo (e unico finora) convegno di fotografia jazz. Tra gli invitati i migliori fotografi al mondo di jazz: Jimmy Katz, Guy Le Querrec, Jan Persson, Mephisto (Didier Ferry), Nicola Fasano, Roberto Masotti e Silvia Lelli. A parlare di fotografia con loro, tra gli altri, Daniel Soutif e Denis Curti. Fabio c'era e si sentiva come un bambino alle giostre. Anch'io del resto, la sola differenza è che io avevo sulle spalle il peso dell'organizzazione e la preoccupazione che tutto filasse liscio (cosa non scontata). Fabio si prestava a fare da runner per gli spostamenti degli ospiti (conferenze-ristorante, ristorante-hotel, hotel-spiaggia). Guy Le Querrec, claudicante per un problema a un ginocchio, salendo sulla sua macchina un pomeriggio, gli stacca la maniglia sopra la portiera. Imbarazzato e costernato non sapeva più come scusarsi. Fabio di risposta gli disse: "Ma figurati, è una stupidaggine. Anzi, potrò raccontare agli amici che Guy Le Querrec è salito sulla mia macchina". Guy in risposta: "Ah, ok, grazie. Vuoi che ti rompo qualcos'altro?". Questo è solo uno degli aneddoti in vent'anni di frequentazione degli stessi festival e concerti".
"Another Kind of Blue era il titolo della tua mostra - ancora Rossetti -. E non ci poteva essere titolo migliore da dare ad una mostra di fotografie di Fabio. Il titolo è nato da Silvia (mia moglie) una sera a casa nostra, ospite Fabio come tante sere, arrivato con la solita borsa di libri nuovi da sfogliare assieme, tra un caffè e un mirto, con l'impegno, quella sera, di trovare il titolo alla mostra che stava preparando per Novara Jazz. Quella sottile vena malinconica ha sempre permeato le sue foto di jazz, malinconia che spesso c'è nel jazz e che Fabio sapeva fotografare come pochi. Ma, purtroppo, la vena malinconica nelle sue foto c'era sempre, anche nelle foto dei matrimoni che ogni tanto faceva. E infatti la carriera di matrimonialista durò poco, stroncata sul nascere dall'Another Kind of Blue, e quanto lo si prendeva in giro e ridevamo assieme per questo. Mi piace pensarti in cielo con le tue cicogne, passione recente ma, come tutti gli impegni che prendevi, totalizzante".
Molti i messaggi pubblicati sui social, ne pubblichiamo due: "Fabio ha seguito il nostro festival con occhio attento e silenzioso, una grande passione per la musica del nostro tempo" (Corrado Beldì di Novara Jazz), "So sorry to hear this... wonderful person" (Jimmy Katz). Il Mellophonium.it ha come obiettivo, tra gli altri, quello di valorizzare, analizzare e incentivare il rapporto e il dialogo tra il jazz e le altre arti, quindi anche con la fotografia. E in tal senso Fabio Gamba, con tutti i sodali della Phocus Agency, è un esempio da seguire.

 
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